Il tour di Calabria Ispirata a Pentedattilo
C’è una Calabria che è ancora fedele alle tradizioni antiche, portatrice sana di una storia millenaria. È una Calabria Ispirata, che parla il Greco di Calabria e trasuda cultura.
Un pezzo di questa Calabria si trova a Pentedattilo, in provincia di Reggio Calabria. È in questo borgo fantasma che Calabria Etnica ha deciso di avviare un progetto di ospitalità diffusa. L’obiettivo è quello di continuare l’opera di riqualificazione di uno dei borghi più belli d’Italia. A dare voce a questo progetto ci ha pensato il tour di Calabria Ispirata, il primo educational tour itinerante organizzato da Destinazione Umana, Festival dell’ Ospitalità ed Home for Creativity, che dal 23 al 29 settembre ha attraversato la Calabria da nord al sud per raccontare esempi virtuosi di turismo sostenibile, esperienziale ed ispirazionale. E tra le tappe scelte ci sono Calabria Etnica e le sue Case Rurali di Pentedattilo.
Il 27 settembre un gruppo composto da blogger, giornalisti e youtuber provenienti da tutta Italia e dall’estero è approdato a Pentedattilo per scoprire la Calabria più autentica. A loro completa disposizione, oltre all’indispensabile ospitalità di Calabria Etnica, un intero borgo e maestri custodi di antichi saperi.
Ed io che credevo di essere lì per accogliere e raccontare anche io un pezzo di Calabria ispirata, mi sono ritrovata a prendere appunti sul mio taccuino. Viaggiatrice inconsapevole alla scoperta delle mie origini. Già, perché quello che capirò alla fine di questa interminabile giornata è che noi calabresi, noi reggini, non conosciamo abbastanza l’immenso tesoro di cui siamo ereditari. Il punto è che per capire dove vogliamo andare, dobbiamo prima avere piena contezza da dove veniamo. Ed è da qui che inizierà il tour di Calabria Ispirata a Pentedattilo, in una piazza che diventa subito casa. Una destinazione umana.
Guidati da Francesco e Francesca, che rappresentano tutto ciò che mi aspetto da un oste, iniziamo la salita al borgo. E se non fosse per le domande curiose dei nostri viaggiatori, per me sarebbe un po’ come se la vedessi per la prima volta questa mano gigante che sorregge, avvolge e protegge tutto il borgo. Ché negli anni ’50 è stata vista come una minaccia e i suoi abitanti sono stati costretti a lasciarla. Il risultato è stato che le case sono piombate nel silenzio più totale, per poi iniziare a deteriorarsi, fino a quando sono rimasti solo gli scheletri. Così per venti, trent’anni. Tanto che Pentedattilo ha iniziato ad essere definito “borgo fantasma”.
Calabria ispirata: le botteghe artigianali di Pentedattilo
Una decina di anni fa alcune persone hanno deciso che era arrivato il momento di tornare a ripopolare quei vicoli di pietra. E sono tornati con le loro storie da raccontare. Come quella di Giorgio e la sua bottega d’Arte gestita con la moglie Domy. La loro avventura a Pentedattilo inizia 11 anni fa. All’interno della bottega trovate dipinti raffiguranti Pentedattilo su supporti di pietra, vetro e ceramica. Tutte le opere sono frutto dell’estro creativo di Domy. Giorgio ci mette tutto il suo senso di accoglienza. Tra i dipinti ci sono i Pentegatti. Perché il borgo non è proprio disabitato, ci sono ben 25 gatti a popolarlo e Giorgio li ha omaggiati così, con delle simpaticissime calamite a forma di Gatto.

Giorgio ci accoglie nella sua bottega
E poi c’è Claude. Ogni mattina le campane della chiesa suonano grazie a lui. Claude non è cresciuto in Calabria, ma in Francia. Ad un certo punto ha sentito che doveva ricucire quel cordone ombelicale chiamato casa ed è tornato a Pentedattilo. E lo ha fatto partendo da un luogo aggregante e presente in ogni centro d’Italia: la chiesa.
Continuando la nostra passeggiata arriviamo da Emilia con il suo negozio di souvenir e un piccolo museo delle tradizioni popolari. In questo spazio gestito assieme al marito Carmelo, sembra davvero di tornare indietro nel tempo. Ci sono gli abiti da sposa dei genitori di Emilia, una tavola apparecchiata con una tovaglia di fiandra, pentolame di una volta e un fiasco di vino. E poi c’è una finestra che dà sul mare e da dove si scorge un panorama infinito. Con le colline che puoi quasi accarezzare e il mare che non è poi così lontano.
Lascio il museo e porto con me un mazzo di cartoline che raccontano questo borgo incantato. Perché in un mondo così digitale, c’è chi resta ancora fedele alla carta e a pezzi di mondo scritti a penna, con calligrafie incerte e tremolanti.
Raggiungo il gruppo all’interno della bottega del legno dove Donato crea dei bastoni antichissimi, a mano, uguali a quelli che realizzava suo nonno. Donato, figlio di Girolamo che conosceremo più avanti, viene da Roghudi, un altro borgo abbandonato. Sento un profumo familiare ed è lo stesso che sentivo quando andavo nei paesi dell’entroterra a raccogliere castagne. È profumo di lavanda, bergamotto, limone, olio d’oliva e proviene dai saponi artigianali fatti da Giusy.
Prima di raccontarci la storia del borgo, Francesco e Francesca ci portano a vedere le Casette Rurali.
In realtà io le conosco già le casette, ma non voglio perdermi le espressioni sui volti dei ragazzi quando vi entreranno per la prima volta. E quell’espressione è come la immaginavo ma più intensa. Roberta ha già deciso che si vuole trasferire qui. Per staccare la spina, per spegnere un po’ il cervello e connettersi con il mondo reale. Perché è quello che succede qui a Pentedattilo. Chiudi il digitale e apri il reale.
Ed è arrivato il momento di conoscere come è nata Calabria Etnica
Ci sediamo nella piazzetta del borgo, che fa molto anni ’80, fuori dalla chiesa. Dieci anni fa, ci racconta Francesco, che si definisce un emigrante al contrario, nasce Calabria Etnica. L’intento di quest’associazione culturale è quello di promuovere il territorio in tutti i suoi aspetti: da quelli culturali a quelli artistici e storici. E quando ne parla gli si illuminano gli occhi. Per il percorso intrapreso ma soprattutto perché lungo la strada incontra la compagna della sua vita. Una Francesco al quadrato (di nome e di fatto) con cui condivide lavoro e vita privata.
La direzione in cui guardano Francesco e Francesca è la stessa, la valorizzazione della Calabria. E per farlo scelgono Chianalea di Scilla prima, dove nasce il B&B e Wine Bar Casa Vela, e Pentedattilo dove acquistano una casetta per l’ospitalità diffusa, ne prendono in gestione altre due grazie alla collaborazione con l’associazione Pro Pentedattilo (presieduta da Peppe Toscano) e aprono un bottega enogastronomica. Sono ancora tanti i progetti di Calabria Etnica in cantiere.
Quella di Pentedattilo è un’impresa, più che una scommessa.
Perché Francesco e Francesca hanno scelto di fare ospitalità diffusa in questo borgo abbandonato, dove c’è un bar, ma mancano i negozi di prima necessità. Di buono c’è che non sono soli in questa sfida. Ci sono i ragazzi delle botteghe artigiane, l’associazione Pro Pentedattilo e tantissimi volontari con loro. La strada è in salita, ma insieme è meno dura. Perché se lasciare la propria terra è difficile, ci vuole più coraggio a restare.