Articolo a cura di Mariella Epifanio
Le grotte di Zungri
Viverci vicino, eppure, non esserci mai stata. Si dà spesso per scontata la bellezza della nostra terra, tanto da portarci a rimandare nel tempo, quelle visite, quei percorsi naturalistici e culturali, che fanno parte delle nostre radici e che dovrebbero esserci insegnati fin dalla tenera età; in una scolarizzazione che abbia come obiettivo, la costruzione e il rafforzamento nel tempo di un’identità storica, che dovrebbe passare da ogni bambino, in ogni scuola, nella casa di ogni calabrese. È successo così, su proposta di una cara amica originaria del luogo, ma cresciuta in Umbria, che ho fatto visita con lei e i miei figli, alle grotte di Zungri, chiamate degli Sbariati.
Un posto, quello delle Grotte di Zungri, che definirlo affascinante, è dir poco. Un ambiente rupestre, antico e dal sapore contadino, incastonato come un diamante sulle sponde di una valle selvaggia, detta “I Fossi”; adornata della tipica macchia mediterranea; col suono della fiumara a incorniciare questo spettacolo alle porte del grande e magnifico mare della Costa degli Dei.
Abbiamo avuto la fortuna di visitarlo in solitaria, godendo nel silenzio della valle che, passo dopo passo, si mostrava nella sua maestosità, tra il verde dei suoi aspri cespugli e il bianco della sua arenaria, tipica della zona. Era come ripercorrere in discesa secoli di storia, quasi un viaggio nel tempo, un’immersione totale in un mondo lento ma laborioso, rude ma saggio, semplice ma ricco. Più che un viaggio, è stata un’esperienza di sensi. Sembrava quasi poter sentire l’odore della stalla, del focolaio o del forno, lo scroscio della pioggia tra le grotte e per le viuzze, i lamenti di qualche animale, l’odore forte e fermo delle erbe tipiche della zona. Tra il sole cocente dell’estate e l’ombra dei suoi ulivi secolari.
Le Grotte di Zungri: la Cappadocia della Calabria
Il sito rupestre, definito recentemente “la piccola Matera” o la “Cappadocia di Calabria” per la sua somiglianza a siti orientali come quelli di Petra, della Giordania o della Cappadocia, non ha una datazione ben definita, della sua nascita. Questo perché non vi sono documenti che possano accertare la sua precisa collocazione nella storia.
La scoperta del sito archeologico è recente, anche se il luogo era conosciuto dagli abitanti che lo utilizzavano come magazzini, o posto di ricovero per gli animali. Risale al 1983, quando il prof. Achille Solano, allora direttore del Museo Archeologico di Nicotera, riuscì a darne la giusta dimensione e collocazione nello spazio storico-culturale. È un vero e proprio villaggio scavato nell’arenaria e popolato con molta probabilità, fino al secolo scorso.
Morfologia delle Grotte di Zungri
Sono raggiungibili una quarantina di case-grotte con un preciso sistema di vie e di canalizzazione delle acque. Il sito possiede anche un centinaio di altre grotte “satelliti” sparse sulle sponde della valle “I Fossi”. Le grotte di Zungri sono strutturate in ambienti mono e bi-cellulari, con pianta sub circolare o rettangolare; sono presenti palmenti, grotte ad uso produttivo, sorgenti d’acqua e vasche per la raccolta di acqua piovana e sorgiva.
Accanto alla “Città di pietra” (altra definizione delle grotte degli Sbariati di Zungri), vi è il Museo della Civiltà Rupestre e Contadina. La direttrice è l’instancabile e appassionata architetto Maria Caterina Pietropaolo, che è anche curatrice del sito archeologico. Il Museo raccoglie un patrimonio culturale che per molti versi, può definirsi di valore inestimabile. Espone, infatti, la memoria sociale di un popolo, il suo più prezioso patrimonio culturale, quello relativo alla quotidianità di un mondo contadino: abiti, stoviglie, mobili, attrezzi da lavoro e tanto altro vi è contenuto nel museo.
Le grotte o, insediamento degli Sbariati (Secondo gli studiosi questo sito fu abitato da una popolazione definita “gli Sbariati”, da sbariat, ossia sbandati, popolo errante. E Sbariati è, oggi, il soprannome della famiglia a cui vennero espropriate le Grotte per farle diventare ciò che oggi sono), rappresenta oggi una meta turistica di notevole importanza, inserita come luogo da visitare, da molti tour operator internazionali.
Grotte di Zungri: come arrivare
Le grotte di Zungri si trovano a circa 7 km da Zambrone dove vi è la famosa spiaggia della Marinella, a 20 km da Tropea e 35km da Pizzo, in una delle località ricche di gastronomia tipica della cultura contadina locale. È infatti, piacevole, dopo una bella e rilassante escursione nell’insediamento rupestre di Zungri, sedersi ad uno dei ristorantini o agriturismi presenti in zona. Tra il formaggio del poro, la Nduja di Spilinga e la cipolla rossa di Tropea coltivata su gran parte del territorio della costa degli Dei, si chiude con gusto e bellezza, un giro turistico tra incanti e sapori che il mondo ci invidia.